dal catalogo della mostra IL MITO E IL BELCANTO

dipinti di GIOVANNI TRUNCELLITO

ENIGMA olio su tavola - click to enlarge
testo di

Giovanni Bollea





Giovanni Truncellito è un pittore che sa dipingere con straordinaria complessità, qualità interpretativa e ampio spettro cromatico. I suoi quadri presentano un denominatore comune, l'espressione dell'eros nelle varie forme. La sua pittura è solare. Il sole vi entra con tutti i più splendenti toni del giallo denso di carica erotica tale da accentuare le passioni più intime e le emozioni più forti. Il gioco tra i due personaggi di "In questa Reggia" e di "In Principio" conduce al simbolismo dell'eros. L'occhio magnetico, distaccato e
triste dell'uomo spiega molte cose. Tra i due protagonisti si crea un flusso misterioso. Gli sguardi, i drappeggi, la posa dell'uno si confrontano con quelli dell'altra e si scambiano in un'ambiguità che seduce. Il "Sonno d'estasi", della donna addormentata, con quel braccio abbandonato nel
vuoto cela lo scambio dialettico fra architettura e natura, inteso come esito di un sogno. La donna è rappresentata nella sua maternità, pensata e voluta. Il pittore è soggiogato dalla bellezza femminile. D'altronde i volti delle sue donne sono tutti più belli di quelli degli uomini, sono stupendi. In "Dolce e calmo" il viso della donna è pieno di luce e di bellezza materna. C'è una dipendenza dalla figura materna, della madre-terra che affiora in molti particolari della sua pittura.


In "Il Belcanto" il giovane che cavalca l'impennato cavallo ha un volto femmineo e un corpo maschile. La forza del cavallo domina lo spazio pittorico, mentre il giovane che raffigura la forza universale dell'armonia domina la forza bruta del
cavallo che esce da una fenditura appena profanata.
L'Orfeo di "Algida voce" che discende volteggiando nell'aria tra una civiltà rappresentata dalle architetture crollanti nel vuoto e un'insieme di soli raggianti, rappresenta il positivo e il negativo, l'uomo che non vuole cedere al vuoto e si dibatte tra la salvezza e la condanna, tra l'esplosione della natura
e l'implosione della civiltà. Egli, in caduta, viene attratto da una sorgente di luce che lo spinge sino alla morte, agli inferi.
"Soglia d'amore" è un quadro potente in cui il colloquio fra i due protagonisti è dominato da una forza, l'Entità capovolta, in un gesto di potere sul mondo. La grande forza cosmica che prende in braccio i due personaggi li sovrasta e li
domina. Al contempo il gesto del braccio fornisce loro la forza di dialogare. Una mano li sostiene e li rassicura l'altra li ammonisce, li obbliga al colloquio, alla vita. La stessa "Medea" va verso l'incognito. Il muro che la sovrasta raffigura l'ignoto, l'impossibilità al colloquio.Truncellito ha bisogno di queste fughe dalla realtà. Nei suoi quadri c'è spesso il taglio, la penetrazione. Lo dimostra "Interludio" con quella fenditura nella turris penetrata dallo strale tortile. La casa, simbolo della calma e della pace è il segno di una maternità garante o di una impossibile maternità? La figura
femminile domina tutta la sua pittura e il suo eros. Tutte le sue donne sono madri. La maternità, così materica in "Diva terra", da cui nasce e cresce tutto il mondo, è un chiaro messaggio che riconduce alla base di tutto il nostro
essere. Il pittore però ha una finezza e una delicatezza di sentimento, agisce con un'eleganza non comune. Nei suoi quadri non c'è mai nulla di volgare anche quando egli si lascia andare agli eccessi, determinati dai suoi simbolismi
intrisi di una complessità unica e rara.La figura maschile ha dentro di sé l'animus e l'anima yunghiani in una sorta di
parità. Gli occhi e l'espressione del personaggio maschile hanno ambedue le componenti in un miscuglio che rappresenta in fondo tutto il suo essere.
Truncellito però è un uomo che ha bisogno sempre della base, della donna materica inizio del mondo. Da lei e sopra di lei nasce e cresce quell'universo
avvolgente e denso che egli raffigura tanto spesso nei suoi dipinti.

Quando interpreta Medea o Orfeo o quando raffigura la grande forza che domina c'è la rivelazione di una padronanza pittorica e di una complessità formale non
comuni. Nulla è lasciato al caso. La costruzione del quadro evidenzia un'euritmia e un rigore che denunciano la sua preparazione di architetto.  È, insieme, il frutto di una visione e di una meditazione. In "Sonno d'estasi" sembra esserci tutto. La vita della città, la fantasia della natura si ritrovano
insieme in questo quadro, in una sorta di sublimazione dell'opposizione dialettica fra natura e architettura. Questo mondo mitico, onirico, di estasi è un elemento dei suoi attuali quadri, ma esso prelude a qualcosa di più forte in
cui affiorerà sempre e comunque l'eros, inteso come elemento di vita. Nel mito dell'eros c'è tutto il suo mondo.

Giovanni Truncellito ha una via pittorica molto vasta, si fermerà ancora diverse volte su questo tema inteso come filone principale della sua filosofia di vita. E' inutile catalogare la sua arte come simbolista o in altre forme L'ambiguità dell'eros e la tranquillità prodotta dalla figura materna, apparentemente in contrasto, determinano i due
poli della sua vita. E un dolce sognatore, è un uomo yunghiano in cui animus e anima convivono in maniera paritetica, sono la base della sua calma interna.
E' il momento in cui la personalità psicologica di un individuo diviene arte. Ciò accade facilmente nelle autobiografie letterarie, raramente avviene in un pittore. Se resisterà nel tempo, come credo, la sua pittura è allora un momento di passaggio o un approdo? Avremo ancora altri quadri simili nel tema o questo suo equilibrio, questo sogno di un parallelismo yunghiano fra animus e anima prenderà il sopravvento e diventerà non idilliaco ma ancora più tumultuoso? Quando un pittore ti fa pensare parecchio allora la sua è certamente una buona pittura soprattutto se si unisce alla straordinaria qualità cromatica e nella
padronanza del pennello, non comuni nella sensibilità artistica e nella creatività di un pittore odierno. Nella sua creatività c'è un fuoco interiore, vi domina un eros che si sfoga nella sua arte. Il quadro migliore è proprio
"Medea" che va verso l'incognito con una voce che gli altri non arrivano a sentire, poiché sono al di là del muro del mistero. Eppure il suo messaggio è diretto e chiaro.
Giovanni Truncellito è un uomo della cui amicizia si può essere onorati. Merita un grande successo.

Giovanni Bollea

IN QUESTA REGGIA olio su tavola intelata - click to enlarge PRINCIPIO olio su tavola intelata - click to enlarge
IL BELCANTO olio su tela - click to enlarge
SOGLIA D'AMORE olio su tela - click to enlarge
DIVA TERRA - click to enlarge
PRINCIPIO olio su tavola intelata - particolare - click to enlarge
SONNO D'ESTASI - click to enlarge
MEDEA - click to enlarge

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